Guarda guarda in campo c’è un nuovo “mastino”: la Lazio cambia faccia, meno brillantezza, più “cattiveria”.

Diciamoci la verità, in tanti hanno criticato la sessione di calciomercato estiva, forse frastornati dall’arrivo del “marziano” in Serie A, ma mai come quest’anno Inzaghi può vantare l’imbarazzo della scelta in panca.

L’uomo del momento è uno: Valon Berisha.
Berisha 2, qualcuno sentendo questo cognome ancora trema, ma la seconda versione del Berisha ha di bello che non è Etrit!
Conosciuto nella notte tragica di Salisburgo, tanti tifosi biancocelesti lo avevano ammirato in campo e temuto, un pensiero che fu lo stesso di Igli Tare. Un pensiero che da lì a pochi mesi, sarebbe divenuto idea e poi certezza.
La gang di Inzaghi se ne era già accorta quella sera, Valon è uno che sa fare legna in campo.

Arrivato con la fanfara, poi l’infortunio e la spasmodica curiosità di vederlo in azione per capire: “è davvero quello che ci fece il c**o in Europa League?”.
È passato tanto tempo da quando un calciatore ci ha fatto sobbalzare sulla sedia, ci ha fatto innamorare a prima vista, è arrivato Valon ed è già una mania.

Al Tardini è entrato in campo con la voglia di spaccarla in due la partita, ha sgomitato, non ha avuto pietà verso i Ducali, si è guadagnato un rigore… insomma, la gara a tratti “piattume” ha cambiato faccia all’improvviso diventando “cattiva”.
Ha tagliato in due il centrocampo del Parma, ne ha fatto impazzire la difesa, testa, muscoli, sguardo basso e velocità.

Il popolo capitolino vede in lui quel calciatore che sognava da anni, una via di mezzo tra la cattiveria del fu Cana e la tecnica dei big.
È Valon Berisha l’identikit perfetto per una Lazio che sembrava aver perso smalto.
Che Iddio lo mantenga nella trance agonistica, perché è con gli attributi quadrati che si vincono le partite.

Uno che parte dalla panca per spaccare il match? Troppo poco per lui! La titolarità, ne vogliamo la titolarità! Anche perché Valon è, soprattutto, un giocatore duttile e capace di ritagliarsi la sua oasi in diverse zone del campo.
Centrocampista tuttofare, mezzala, esterno, davanti alla difesa… è il perfetto jolly in ogni formazione.

I laziali si sono già abbandonati ai paragoni ridondanti.
E se c’è chi lo vede come il nuovo Lucas Leiva, attenzione però Lucas non se Leiva mai, in molti lo hanno avvicinato addirittura a lui: Cholo Simeone. CHOLO SIMEONE… E se non è amore questo, allora l’amore è un calesse.

Lo svedese nato in Svezia, cresciuto calcisticamente  in Norvegia e Nazionale  kosovaro,  ha già rubato il cuore alla capitale.
E lo dimostrano le radio prese d’assalto alla notizia del suo stop in allenamento ieri per un fastidio, allarme scemato in fretta ma che ha messo in agitazione i supporters biancocelesti che già lo considerano “salvatore in patria”.

Proprio le radio sommerse dalle telefonate sono la dimostrazione dell’ impatto che Valon ha avuto su tutti noi.
VB7… Figurarsi, io gli avrei già cucito addosso la numero 10.. ma fermi, i passaggi dal 7 al 10 sono sempre traumatici, vi ricordate Pipe Anderson?

E come si misura l’amore o l’odio dei tifosi?

Col battesimo del fuoco: il soprannome.

Valon Berisha da ieri è “Valon il Pitbull”. È amore, è amore… Non è un calesse, anche perché quando si scomoda il miglior amico dell’uomo è molto più che una “scuffia” passeggera.

Il bello di chiamarsi Berisha e non essere Etrit!

 

 

 

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